
Questa immagine rappresenta in maniera visiva e schematica il circolo di interrelazione che sta alla base del sistema di attaccamento.
Il bambino ha bisogno di esplorare il mondo e di sperimentare le sue capacità e sviluppare autonomia, ma mostra anche la necessità di avere una “base sicura” a cui far ritorno in caso di difficoltà.
Quando il bambino si trova in una condizione di paura, disagio e vulnerabilità cerca il genitore e la sua presenza. Se tali bisogni emotivi vengono soddisfatti adeguatamente, egli in tutta probabilità, riprenderà l’attività esplorativa, allontanandosi dalle figure di riferimento.
E’ quindi possibile identificare almeno due importanti compiti genitoriali: quello di consentire al piccolo di esplorare il mondo e le sue abilità, concedendo sempre maggior autonomia e disponibilità all’allontanamento e quello di mostrarsi accessibili e competenti nel fornire supporto, conforto e protezione nei momenti di difficoltà.
La validazione e l'apprezzamento sono fondamentali in modo che il bambino possa sentirsi sempre fiducioso nell’esternare i propri sentimenti e nel condividere il suo mondo interiore. Ciò significa non minimizzare pianti, disagi, sconforti, e allo stesso tempo non amplificarli e non sentirsi sopraffatti da essi.
Se il genitore non è in grado di fornire supporto (perché critico, indifferente, o ansioso), il bambino potrebbe rinunciare alla comunicazione dei suoi momenti di difficoltà e alla ricerca di vicinanza, sviluppando un’autonomia ipertrofica, sentimenti di isolamento, ritiro dalle emozioni. Oppure potrebbe iniziare ad esternare in maniera eccessiva ed eclatante i suoi bisogni, sperando di ottenere così maggior attenzione.
Se il genitore non è in grado di tollerare i processi esplorativi e di distacco (anche in questo caso per timori, ansie, o rigidità eccessiva), il bambino sarà portato a restare a contatto con la figura di riferimento, mettendo a tacere le sue necessità di scoperta e autonomia, pur di non rompere tale relazione.
Appare quindi fondamentale sostenere i genitori fin dalle prime fasi della nascita del piccolo, lavorando soprattutto sui loro sistemi di attaccamento (quelli che si sono sviluppati dalle loro prime relazioni con i loro genitori, legate alle modalità con cui sono stati accuditi, protetti, rassicurati ecc..), cercando di porre fine alla catena di trasmissione generazionale di stili di attaccamento “insicuri”.